venerdì 7 dicembre 2012

ALCUNE CITAZIONI DI OSCAR WILDE DAVVERO ATTUALI

Viviamo in un'epoca in cui il superfluo è la nostra unica necessità


A questo mondo vi sono solo due tragedie: una è non ottenere ciò che si vuole, l'altra è ottenerlo. Questa seconda è la peggiore, la vera tragedia

 

La maggior parte della gente è altra gente. Le loro idee sono opinioni altrui, la loro vita un'imitazione, le loro passioni una citazione

mercoledì 28 novembre 2012



QUI DI SEGUITO VI RIPORTO UN ARTICOLO DAVVERO IMPORTANTE SUL TEMA DELL'ESSERE O APPARIRE, SCRITTO DAL DOTT. PIANELLI
 
L'importanza dell'apparire: il narcisismo della società moderna
Scritto da Dott. Andrea Pianelli


Appare evidente come la società di oggi eserciti forti pressioni sugli individui.

Il nostro modo di essere con e verso gli altri è segnato da stereotipi non solo culturali ma essenzialmente sociali da cui appare difficile ed a volte impossibile astenersi.

 Se da una parte il confronto con gli altri è un elemento essenziale per la costituzione di una sana identità, dall'altra, quando il giudizio esterno si sostituisce completamente alla capacità di definire i nostri bisogni e desideri, ne risulta una scissione pericolosa che, a lungo andare, porta ad una condizione di profondo disagio che si manifesta attraverso un senso di vuoto ed un'angoscia profonda.
Oggi la società ci spinge a vivere in un'eterna fase adolescenziale; non è lecito invecchiare e tutti possono fare tutto senza preoccuparsi delle conseguenze.



Ricchezza e potere sopperiscono alle mancanze del nostro corpo che invecchia, finendo per dimenticare che, in realtà,“noi siamo il nostro corpo” e che i nostri bisogni e desideri non possono non mutare con esso.
Di contro ai bambini viene chiesto di essere adulti e vengono esibiti per appagare la vanità dei genitori. A loro vengono imposti ritmi superiori alle proprie possibilità attraverso attività senza fine che non lasciano il tempo di giocare, soli con se stessi.
 
Lo spostamento d'attenzione da ciò che proviamo a ciòche gli altri ritengono si debba provare confonde la differenza fra menzogna e realtà.
 Allora ecco che è vero ciò che la società pensa sia vero e che se un'opinione è sostenuta da una persona di potere allora è vera, poichè importante non è più la realtà in se ma l'idea che la società ha della realtà stessa.
Il bisogno estremo di dover nutrire a tutti i costi un'immagine artificiale, confezionata appositamente per suscitare ammirazione ed invidia negli altri , anche a costo di sacrificare i nostri bisogni più profondi, èormai una tendenza diffusa ed anzi incoraggiata dalla società moderna.
Questo atteggiamento, condiviso e per certi versi naturale può in alcune persone, essere tanto pervasivo e profondo da essere agito in modo inconsapevole.
Persone che mettono in atto questa modalità mancano della capacità di discernere ciò che è importante per loro da ciò che gli altri ritengono importante.
 L'appetibilità sociale diviene l'unico indice di valutazione nella ricerca del piacere, sia nel possesso dei beni materiali che nella qualità delle relazioni interpersonali.
Un simile atteggiamento nei confronti della propria vita, diventa fonte di enormi disagi poiché va a ledere la nostra capacità di essere in contatto con emozioni e bisogni.
 Questo modo narcisistico di porsi in relazione con se stessi e con il mondo esterno consiste in

un eccessivo investimento su un'immagine di se artificiosa, sempre mantenuta con grande fatica e impegno, a dispetto di un'identità reale che quando è percepita viene vissuta come debole e fonte di vergogna.
 Alla base del narcisismo c'è una profonda ferita legata al non riconoscimento della propria identità. Nella fanciullezza le figure primarie, cioè i genitori o chi per loro (in particolare la figura materna) hanno suscitato nel bambino la convinzione di poter essere accettato ed amato solo nella misura in cui era in grado di soddisfare i bisogni e le aspettative dei genitori.
 Accettando questo compromesso, l'individuo non sviluppa mai un senso di se ed un'identità autonoma, spostando la sua attenzione sugli altri per decidere ciò che è importante per lui.
 In sostanza, da adulto, delegherà agli altri il ruolo inizialmente svolto dai genitori.
La società diviene allora l'indice principale a cui uniformarsi e ricchezza, bellezza e successo gli unici obiettivi della propria vita. Proprio perchè agli individui narcisisti manca una bussola interiore questo processo diventa una corsa senza fine. Il successo non è mai abbastanza e la ricchezza non è mai sufficiente poiché c'è sempre qualcuno da emulare o superare. In realtà questa ricerca di potere, attraverso l'invidia e l'ammirazione che tentano di stimolare negli altri, è un modo per difendersi dalla profonda vulnerabilità che li caratterizza nell'essere così irrimediabilmente dipendenti dal giudizio altrui.

 Essere ammirati diventa l'unico modo per fuggire da un senso di vuoto e angoscia che deriva
 proprio dal non essere in grado di ascoltarsi e dar voce ai propri bisogni reali.
Non stupisce quindi come i narcisisti siano più preoccupati di ciò che gli altri pensino di loro piuttosto di come loro stessi si vedano o si sentano. Nel narcisismo c'è infatti una reale difficoltà a contattare le proprie emozioni, obiettivi e desideri; l'unico termine di paragone diviene l'ammirazione altrui e quanto la meta è desiderabile dalla collettività. Poco importa se per la persona avrebbe poco valore, se gli altri ritengono una cosa ambita allora anche per il narcisista lo è.
A livello culturale ciò porta ad una perdita di valori e ad una superficialità nei rapporti sociali; il
loro senso morale è tutt'altro che rigido poiché tutto è lecito se il risultato è il successo. Il corpo
 è uno strumento da abbellire e sottomettere ai canoni estetici dettati da altri. Tendono ad essere
seduttivi e manipolativi. Aspirano ad ottenere il potere ed il controllo sugli altri per non sentirsi
dominati e controllati.
Poiché il narcisista non ha una chiara consapevolezza di se come individuo bensì vive in base ad un ideale a cui fa di tutto per corrispondere, per lui i limiti non esistono e il suo rapporto con gli altri e con il mondo rispecchia questa attitudine. Ecco allora che nulla è impossibile, che si può vivere al di sopra delle proprie possibilità senza preoccuparsi del domani, che le risorse dell'ambiente sono infinite e che l'altro è solo un mezzo per ottenere una gratificazione personale.
 Il narcisista vive nell'illusione che tutti possano fare tutto e che si possa fare e dire qualsiasi cosa senza preoccuparsi delle conseguenze. Fondamentalmente il narcisista ritiene di essere speciale ed unico e che solo altre persone speciali o di rango elevato possano capirlo.
 Ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, richiede eccessiva ammirazione, ha fantasie di grandiosità e cerca di stimolare invidia poichè lui, per primo, è profondamente invidioso nei confronti di ciò che non possiede o di ciò che non è.

A livello corporeo è bene proporzionato e spesso atletico ed agile, questo perchè in lui non è

bloccato il movimento bensì la funzione percettiva. Gli occhi sono presenti benchè manchino
della capacità di guardare veramente; non c'è vera attenzione all'altro ma solo come specchio
per vedere se stessi. Vi è spesso una tensione alla base del cranio, area collegata ai centri
visivi. A livello emotivo, oltre a vissuti di vuoto ed angoscia c'è sempre un'intensa rabbia ed una
profonda tristezza, entrambe saldamene negate, ed un sentimentalismo eccessivo come fosse
una sapiente imitazione di emozioni autentiche.
Il pericolo di non vedere se stessi e gli altri è quello di vivere in un mondo popolato da specchi, alla frenetica ricerca di immagini in cui identificarsi, immagini che in realtà non ci appartengono del tutto ma che ci aiutano ad accantonare la tragica sensazione di esserci persi e di non sapere, in realtà, chi siamo veramente.

 


 

sabato 24 novembre 2012


Vendere il Regno dei Cieli per il potere è un patto con il Diavolo: il narcisista lo accetta (A. Lowen)

ESSERE O APPARIRE?

La società in cui viviamo ci impone, o meglio, crediamo ci imponga, di vivere la nostra esistenza secondo un determinato standard: dall'abbigliamento, all'auto, alla casa, tutto appare condizionato dal parere degli altri...

Il nostro modo di essere è condizionato da stereotipi culturali e sociali da cui appare difficile ed a volte impossibile astenersi.
 
Più di una volta mi è capitato di parlare con parenti e amici, più di una volta ho avvertito un senso di vuoto, superficialità, nel loro modo di ragionare: sembra che nella realtà moderna, se non si ha la giacca Burberry, il pantalone D&G, l'auto Audi, ecc. ecc. si è OUT: in altre parole, SEI CIO' CHE APPARI!
Addirittura, pur non avendo le risorse economiche sufficienti, si comprano cose di elevato valore, pardon "prezzo" (perchè non c'entra nulla col reale valore) solo per dimostrare agli altri di avere le cose migliori, di essere al top!!!
Vi chederete con che razza di gente ho a che fare, ma in verità è un fenomeno che interessa molti soggetti: viviamo in una società narcisistica, dove ciò che si ha identifica ciò che si è!
Ma siamo impazziti del tutto?
 
Se da una parte il confronto con gli altri è essenziale, dall'altra, quando il giudizio esterno si sostituisce completamente alla capacità di determinare i nostri bisogni, ne deriva un profondo senso di vuoto ed angoscia.
Lo spostamento d'attenzione da ciò che proviamo a ciò che gli altri ritengono si debba provare confonde la  realtà.
Allora è vero ciò che la società pensa sia vero e che se un'opinione è sostenuta da una persona di potere allora è vera, poichè importante non è più la realtà in se ma l'idea che la società ha della realtà stessa. 
Il bisogno di crearsi un'immagine appositamente per suscitare ammirazione ed invidia negli altri, anche a costo di sacrificare i nostri bisogni reali, è ormai una tendenza diffusa.
Il giudizio dato dalla società diviene l'unico  criterio di felicità, sia nel possesso dei beni materiali che nei rapporti con gli altri.
Questo atteggiamento può in alcune persone, essere tanto profondo da essere attuato in modo inconsapevole.
 Persone che mettono in atto questa modalità mancano della capacità di discernere ciò che è importante per loro da ciò che gli altri ritengono importante.
In altre parole: credendo di scegliere non si sceglie affatto ciò che ci serve davvero, ma si sceglie semplicemente ciò che “altri”,indipendentemente da loro, hanno già deciso che si dovesse scegliere.
E senza volerlo e senza saperlo si obbedisce ciecamente alla volontà di chi, per scopi commerciali o finanziari ha interesse di distruggere ogni originalità umana.
 




 




























 

 
 

 
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